La gelosia perfetta serve ed è importante, è una gelosia di tutela della qualità della possibilità di un rapporto che cresce in perfezione, la gelosia imperfetta invece lo minaccia, lo danneggia e lo distrugge in un modo che è facilmente prevedibile se reversibile o irreversibile; Quella imperfetta è da protagonismo è di chi si lancia per afferrare, dominare, possedere e avere certezza che l’altro è tuo, solo tuo, più tuo e di nessun altro, e questo non va bene, non è sano. Questo non va bene in quanto viene registrato dall’anima di chi riceve questa azione in modo geloso e imperfetto come NON amore ma possesso come fosse un oggetto e non più come essere umano. Cit.
La gelosia è un sentimento sgradevole, che spesso acquista una sfumatura patologica. Nessuna coppia ne è immune.
Quali sono i segnali per riconoscerla? Quando supera il limite e diventa sintomo di una malattia più importante?
“La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre”. Questo scriveva il poeta e drammaturgo William Shakespeare. Otello, uno dei suoi personaggi più celebri, deve la sua notorietà proprio perché il sentimento che si agita in lui è ben conosciuto dalla maggior parte di noi. Capita a tutti prima o poi nella vita di essere gelosi oppure di essere oggetto della gelosia di altri. La gelosia è un’emozione, è una risposta innata e universale che tiene unita la coppia per il bene della prole. Questa è la sua funzione evolutiva. Serve al maschio, non solo umano, per rassicurarsi sulla fedeltà sessuale della partner. E serve alla femmina per garantire la stabilità del rapporto. Questo sentimento, che interessa sia gli uomini che le donne di qualsiasi età, può comunque manifestarsi in modi diversi. Può essere una gelosia retroattiva, che si focalizza quindi su di un amore del passato, o può essere una gelosia che nasce e si sviluppa tra fratelli. Ciò che fa scattare la gelosia è il timore di essere traditi e la possibilità di perdere la persona amata. È un attacco al proprio orgoglio, una ferita inferta ai sentimenti, alla parte più fragile e indifesa. Il timore per un tradimento può essere passeggero, oppure può trasformarsi nella convinzione che il partner abbia già tradito (anche in assenza di prove) e possa tradire ancora. In un rapporto di coppia, gli uomini tendono a preoccuparsi di più della fedeltà sessuale della compagna, laddove le donne temono una infedeltà di ordine affettivo. C’è una spiegazione scientifica: in un tradimento sessuale l’uomo si ritrova nella incertezza sulla paternità biologica della prole. Se invece il tradimento implica un coinvolgimento emotivo, le donne corrono il rischio di una rottura della relazione, con la conseguenza di ritrovarsi sole. Il timore di perdere il proprio partner accomuna l’uomo e la donna. Ma è possibile indicare un’altra differenza sul perché: le donne tendono a giudicare le rivali sulla scorta della bellezza fisica, mentre gli uomini usano come metro la posizione (stipendio, lavoro, ruolo sociale). Al contrario, l’età non pare influenzare l’eventuale insorgenza della gelosia, che può interessare le relazioni appena sbocciate e può manifestarsi anche nei bambini. La gelosia dunque porta con sé una gamma di emozioni diverse: amore, odio, dolore, tristezza, rabbia, vergogna, paura. Allora come si fa a capire se una persona è gelosa in modo ossessivo, e forse patologico?
Il confine tra gelosia “sana” e patologica cambia in base al contesto culturale e storico. Nei primi anni del ‘900 la gelosia era socialmente accettabile. Ai giorni nostri, chi è preda di questo stato d’animo è considerato una persona possessiva, con scarsa autostima e immatura. In poche parole, un debole. La gelosia è patologica quando modifica sentimenti, pensieri e comportamenti anche in assenza di prove oggettive della infedeltà del partner. Oppure quando si fonda su presupposti rigidi, e scollegati dalla realtà, quali: “Nessuno deve toccare mia moglie! Nemmeno con un dito!” Pur di trovare le prove inesistenti dell’infedeltà, il geloso patologico controlla gli spostamenti del partner, il cellulare, il profilo Facebook, gli effetti personali, lo assilla di telefonare quando esce per controllare dove va. La preoccupazione per un possibile tradimento diventa un pensiero fisso che tiene in pugno la giornata, e chi patisce questa ossessione si ritrova con una ridotta libertà di azione e un’angoscia che può ledere molto velocemente ogni piccola sicurezza fino a rendere la persona fragile, vittima e non più in grado di ragionare lucidamente. Quando la gelosia inquina una relazione, ne risente anche l’affetto tra i due individui: il geloso non si comporta più in modo amorevole nei confronti della persona amata, bensì esprime il proprio malessere attraverso scoppi d’ira, pianti patetici, abbracci di possesso, minacce e anche violenze verbali o fisiche, che caratterizzano le relazioni tossiche. Sintomo di un disturbo più grave La gelosia patologica può anche essere sintomo di un disturbo psichiatrico: a volte si associa a comportamenti violenti verso di sé o altri (fino al suicidio e all’omicidio), all’abuso di sostanze (specie l’alcol), alle psicosi, a patologie neurologiche quali la demenza o il Parkinson. È frequente anche in chi soffre di disturbo di personalità borderline, caratterizzato da problemi interpersonali, impulsività e mancanza di autocontrollo, ogni persona che si avvicina al partner può diventare una minaccia e si vedono le paure crescere a dismisura fino a non riuscire più a contenere nessuna reazione. La gelosia potrebbe costituire l’ossessione principale di un disturbo ossessivo-compulsivo. I pensieri relativi al tradimento del partner diventano ossessioni incontrollabili, nonostante la loro infondatezza suscitano indebite forme di controllo. La gelosia è legata alla sindrome dell’abbandono e si ritrova nei disturbi d’ansia, nei casi di bassa autostima, nel disturbo di panico, e nei disturbi depressivi. La sindrome di Otello La forma estrema di gelosia è quella delirante, osservata spesso nella sindrome di Otello. L’individuo è indubitabilmente convinto di un inesistente tradimento del partner, tanto da rifiutare ogni confronto con la realtà che smentisca questa convinzione. Esiste comunque un rapporto tra il tipo di attaccamento sviluppato con i genitori, durante l’infanzia, e la gelosia provata da adulti. Chi ha avuto genitori poco accudenti e poco presenti, inaffidabili nel soddisfare i bisogni del bambino, e infine imprevedibili, diventato adulto è più predisposto alla gelosia. Ha infatti una maggiore difficoltà a vivere relazioni stabili e basate sulla fiducia. E tutto questo a causa della propria insicurezza e della paura dell’abbandono, che portano alla gelosia e al senso di colpa.
Che cosa può fare chi vive un forte sentimento di gelosia?
Per prima cosa è importante cercare di capire, anche attraverso il dialogo con il partner, se questa sua gelosia rimane entro i livelli “normali”. Le domande cui rispondere sono: “Che effetti ha su di me questo sentimento? Che conseguenze produce sulla mia vita di coppia ed eventualmente su quella dei figli?”. Gestire la gelosia verso qualcun’altro, che sia il proprio partner o un fratello, nella maggior parte dei casi non comporta delle difficoltà. Ma quando la persona gelosa acquisisce dei tratti ossessivi, allora è il caso di chiedere aiuto a un professionista. Prima che un simile stato emotivo diventi ingestibile e rovini delle relazioni sentimentali in modo irreparabile, è opportuno quindi rivolgersi ad un professionista come ad esempio un arte-terapeuta per comprendere attraverso l’uso del colore quale stato d’animo o emozione possano essere celati o evidenti nella personalità di ognuno e nella coppia stessa, o uno psichiatra o uno psicologo dedicato.